Il titolo italiano è "Luca, la luna e il latte" (nell'immagine, la copertina dell'edizione originale americana); l'autore, nonché illustratore, fu uno dei più geniali che l'America abbia prodotto: Maurice Sendak. In Italia come al solito, la maggior parte dei suoi libri è sconosciuta, si trova solo "Nel paese dei mostri selvaggi" edizioni Babalibri (da cui fu tratto qualche anno fa un risibile film), e "Storie di Orsacchiotto", illustrazioni per il testo di Else Holmelund Minarik, edizioni Bur, di più difficile reperibilità ... Eppure quest'uomo, bello e affascinante oltre che geniale, ha prodotto una quantità di disegni che possono a buon diritto definirsi opere d'arte, e il suo stile era quello tipico americano: il Realismo fantastico, mutuato attraverso l'opera di altri meravigliosi americani come Norman Rockwell o Maxfield Parrish ... Parlando del suo film "La Bella e la Bestia", Jean Cocteau afferma che il fantastico, il meraviglioso, non hanno bisogno d'effetti speciali per esser concepiti e visualizzati, ma d'un realismo ancor più accenturato seppure inverosimile; chi di voi avrà la fortuna di procurarsi questo album, capirà al volo cosa significa, e avrà inoltre la possibilità di godere (la Emme Edizioni utilizzava buona carta e buoni fotoliti), della maestria tecnica, pittorica e coloristica, d'un maestro del libro per ragazzi.
domenica 11 settembre 2011
Rientro: Maurice Sendak
Il titolo italiano è "Luca, la luna e il latte" (nell'immagine, la copertina dell'edizione originale americana); l'autore, nonché illustratore, fu uno dei più geniali che l'America abbia prodotto: Maurice Sendak. In Italia come al solito, la maggior parte dei suoi libri è sconosciuta, si trova solo "Nel paese dei mostri selvaggi" edizioni Babalibri (da cui fu tratto qualche anno fa un risibile film), e "Storie di Orsacchiotto", illustrazioni per il testo di Else Holmelund Minarik, edizioni Bur, di più difficile reperibilità ... Eppure quest'uomo, bello e affascinante oltre che geniale, ha prodotto una quantità di disegni che possono a buon diritto definirsi opere d'arte, e il suo stile era quello tipico americano: il Realismo fantastico, mutuato attraverso l'opera di altri meravigliosi americani come Norman Rockwell o Maxfield Parrish ... Parlando del suo film "La Bella e la Bestia", Jean Cocteau afferma che il fantastico, il meraviglioso, non hanno bisogno d'effetti speciali per esser concepiti e visualizzati, ma d'un realismo ancor più accenturato seppure inverosimile; chi di voi avrà la fortuna di procurarsi questo album, capirà al volo cosa significa, e avrà inoltre la possibilità di godere (la Emme Edizioni utilizzava buona carta e buoni fotoliti), della maestria tecnica, pittorica e coloristica, d'un maestro del libro per ragazzi.
giovedì 2 giugno 2011
Vladimir Lebedev
Fu una svolta nel campo dell'editoria per l'infanzia, tarpata purtroppo dall'appiattimento stalinista: i testi in rima, sono ricchi di assonanze verbali per facilitarne la comprensione, la grafica riprende le linee semplici dell'illustrazione popolare filtrate attraverso l'avanguardia, allora ancora viva; forme elementari, quadrato, cerchio, ellisse, stesure a tinte piatte, con audaci accostamenti cromatici ottenuti mediante la tecnica raffinata del pochoir ... Incredibile come negli stessi anni in Italia, si stesse tentando qualcosa di simile: guardando certe tavole di Angoletta o Pompei i raffronti sono molteplici (e comune, purtroppo, fu anche il loro destino). Ma in Russia, ciò faceva parte d'un contesto più ampio, che toccava ogni aspetto della cultura: così, l'uomo-palla che divora gelati della filastrocca di Marshak, è reso da Lebedev simile ai pupazzetti delle riviste satiriche o dei giornali murali, e il suo abbigliamento ricorda un costume per il teatro futurista o costruttivista. E', come cita giustamente l'introduzione d'un fondamentale libro di Angelo Maria Ripellino, Il trucco e l'anima: "Una prodigiosa civiltà distrutta e ormai leggendaria" ... ... che cominciamo a conoscere, in Europa, dopo quasi un secolo ! ...
(Fnac francese, in Italia non si trova, il titolo completo è "Quand la poesie jonglait avec l'image, quatre livres de Samuel Marchak et Vladimir Lebedev", euro 39; nelle immagini: illustrazione di Lebedev per "Il gelato", pupazzetti per un giornale murale della ROSTA, bozzetto di costume di Tatiana Bruni per "Il bullone" di Shostakovich)
martedì 24 maggio 2011
Angoletta
Se vogliamo dare un ordine alfabetico, il primo nome illustre è quello di Bruno Angoletta: nato a Belluno nel 1889, scomparso a Milano nel 1954, il suo nome è legato al personaggio di Marmittone, creato insieme a numerosi altri per il Corriere dei Piccoli, ed il cui caratteristico berretto ha coniato un neologismo. Ma Angoletta è stato soprattutto un geniale figurinaio, la cui fantasia, come quella degli artisti a lui contemporanei, fu purtroppo tarpata dal fascismo: eminentemente decò nelle prime prove editoriali a cavallo fra le due guerre, il suo segno si fà via via più geometrico e arrotondato, conservando tratti avanguardistici sino ad un parziale appiattimento imposto dall'estetica di regime. Collaboratore di numerose riviste, la sua prova più alta in questo campo è una piccolo giornale per bambini: "Giro giro tondo" realizzato negli anni '20 in collaborazione con Antonio Beltramelli, i cui superstiti fascicoli vengono oggi battuti sul mercato del libro d'antiquariato a prezzi esorbitanti; altrettanto rari i volumi di racconti e novelle da lui illustrati, soprattutto quelli più antichi, di cui fanno parte alcuni titoli della famosa "Bibliotechina della Lampada" realizzata da Mondadori, fenomeno unico nel suo genere che si spera un giorno veder riproposta, almeno in parte.
Per chi volesse saperne di più, è ancora in commercio il prezioso volume edito da Little Nemo: "Dalla A alla Ang, Bruno Angoletta professione illustratore", catalogo d'una mostra tenutasi alla Braidense di Milano nel 2001, di cui dà notizia il sito della Fondazione Mondadori, l'edizione economica costa sui 40 euro.
martedì 17 maggio 2011
In Extempore
La sensazione è quella di camminare su una corda,
e non poter cadere.
... ... Signora mia ! pensavo fosse un bisonte, invece era una cassa di foulards ! ... ... ...
Leggo:
Albert Camus: Noces, suivi de l'été
Ritrovo la sua dolcezza virile in questi primi saggi, scritti e pubblicati in Algeria negli anni '30: profumo inebriante d'assenzio mischiato all'esuberanza della bouganvillée, le pareti bianche e rosa di città sfrante dal sole, come ossàri dimenticati tra le colline ... Chi volesse leggerselo in francese: fnac, libri in lingua, euro 6,80.
Ricevo:
Pizzino dalla Eleonora, a Torino in giugno: mi chiede d'intermediare col proprietario del vecchio appartamento in San Francesco da Paola; porterà Odette, Signora dalle Camelie, Locandiera, e una versione, dice, "spogliata" della Francesca da Rimini ...
S'è arrabbiata perché mi sono permesso, nella mia ultima lettera, di tracciare un parallelo tra il faraonismo di Teodora, Cleopatra e Francesca: quell'ignobile Sardou (parole sue) esclude qualsiasi paragone con l'opera del Santo, quanto a D'Annunzio "è al di sopra di ogni discussione" ! ...
Libera d'esprimersi; per quanto mi riguarda, Teodora a parte, lo Shakespeare di Boito mi convince pochissimo, e di D'Annunzio non riesco ancora a leggere due righe senza ridere ... M'ha risposto con una lettera di "fuoco" (è proprio il caso di dirlo) mandandomi graziosamente a quel paese, bah ...
Quando sarà qui le presterò Camus, così ridiverremo amanti, come dice scherzosamente lei ...
martedì 10 maggio 2011
Intervallo
La Eleonora è un pò che non mi scrive, ma impegnata com'è fra prove (che lei non ama punto), tournées (che la stressano sempre più), e quel matto di D'Annunzio, penso sia un miracolo che riesca ancora a respirare ...
Sto leggendo alcuni libri interessanti acquistati su ebay o sulle bancarelle, magari poi ne cito qualcuno, in caso vi serva qualche améno spunto ...
Un mio collega mi faceva notare l'altro giorno, un articolo sulla prima casa editrice in italia di libri dedicati alle famiglie omogenitoriali, devo ancora documentarmi poi ne parliamo ... sempre che a qualcuno interessi ovviamente ... dice, ma non c'era l'Intervallo ?? ah si, giusto, allora: "Intervallo" ... ... plin plin e piri-plin (queste son le arpe) ...
martedì 3 maggio 2011
Charlie
Marito e moglie vanno a cena da un amico, portandosi dietro Charlie, il cane. Nel bel mezzo della cena, Charlie si presenta con un paio di mutande tra i denti, trafugate dalla camera da letto del padrone di casa; piccolo particolare: le mutande appartengono al marito della signora, che scopre così la relazione tra i due uomini e trascina il consorte in tribunale. Lì, non lotta per cospicui alimenti, per l'onore offeso, per la femminilità vilipesa ... lotta per la custodia di Charlie, evidentemente per lei più importante dell'indeciso marito, e del quale si occupa l'Aidaa (tribunale per gli animali).
Una scena simile (seppur con assenza di cani e ruoli invertiti, ooops, scusate il gioco di parole) appare nel bel film uscito di recente "I ragazzi stanno bene", protagoniste Annette Bening e la fulva Juliette Lewis, nei panni di due lesbiche alle prese con la crisi del settimo anno e coi problemi della maternità. Juliette Lewis ha l'abitudine di intasare docce e lavandini con le proprie chiome, e saranno quelle chiome che Annette Bening scoprirà sui cuscini di quel bonazzo di Mark Ruffalo, padre biologico dei ragazzi, che le ha invitate per una cena di riscoperta e riconciliazione.
Anche se, come diceva un mio collega, la cosa sà un pò troppo di burla giornalistica, è proprio il caso di dire, o di ripetere: non si conosce mai a fondo chi si ha accanto, nemmeno il proprio cane !!
martedì 26 aprile 2011
Emanuele Luzzati "Graffi sbagli ritagli"
E' stata dunque una scoperta recente, quando qualcosa in me è cambiato: mi sono scoperto un lato 'ludico', il gusto per la fiaba, il racconto, lo sberleffo, scoprendo la miglior qualità letteraria in un genere considerato minore, Trilussa, Capuana, i nonsense del Signor Bonaventura, la straordinaria leggerezza narrativa di Calvino ...
Con simile bagaglio, il mondo fantastico di Luzzati ti si spalanca davanti rivelando, come la grotta di Alì Babà, tesori nascosti.
Un "Apriti Sesamo" l'ho trovato l'altro giorno in Fnac: "Graffi sbagli ritagli", a cura di Cristina Taverna, Edizioni Nuages, che raccoglie acqueforti e acquetinte a partire dal 1982 sino al 2003 (io l'ho preso col 20% di sconto, consiglio gli interessati di affrettarsi perché sono poche copie capitate lì probabilmente per caso, il libro data del 2003): un Luzzati assai singolare, sorta di demonietto che scandaglia gli abissi del proprio sterminato oceano creativo, compiendovi audaci esperimenti. In un passo della presentazione appare Picasso, che Luzzati conobbe fortunosamente a Vallauris, dove il grande vecchio s'era ritirato ... e il paragone si fà spontaneo: in Luzzati, come in Picasso, c'era tutto (se il primo non si dedicò alla pittura da cavalletto fu solo a causa d'un percorso creativo e professionale che lo portò altrove). E tutto in questo album si ritrova: Pinocchio, Pulcinella, i personaggi delle fiabe, Re Regine Maghi, il mondo ebraico affettuosamente pacato e quello del Boccaccio maliziosamente vivace; e un grafismo particolare, forse più sorvegliato, più netto di quello che troviamo nei pastelli o nei gessetti, come se l'artista facesse, dei contorni rigidi dello zinco, una sorta di contenitore per i suoi scoppiettanti fuochi d'artificio: ecco quindi il segno più preciso, le ombre dense e quasi tridimensionali, persino il collage in sagoma entro i limiti del tratteggiato, tutto ciò beninteso senza diminuirne la forza espressiva; così, se il Luzzati scengrafo mi lascia ancora perplesso, l'illustratore, nel suoi molteplici aspetti, mi ha definitivamente conquistato !
martedì 19 aprile 2011
Cara Eleonora
Non puoi immaginare la mia gioia l'altro giorno, nel vedere i manifesti che ti annunciavano nella 'Signora dalle Camelie' e nella 'Moglie di Claudio' al Teatro Carignano. Ma non volevo disturbare Enrichetta con la richiesta di biglietti, e mi sono munito di sgabello e caffè caldo, immaginando di dover passare la notte davanti al teatro, per essere fra i primi ad accaparrarmi un posto all'apertura del botteghino ....
Aspettare l'apertura di un botteghino, di notte, in una piazza deserta, con altre cento anime, è un pò come attendere il passaggio d'una nave sulla banchina, o il treno in stazione; sensazioni note per te, immagino ....
Mi giravo continuamente a guardare il Parlamento, con la sua architettura sinuosa eppure severa, nera contro un cielo che non prometteva nulla di buono - strano, quando reciti a Torino fà sempre brutto - e il selciato lucido d'umidità ... immaginai di vederti passare su quel selciato a piccoli passi frettolosi, nelle vesti della povera Margherita al suo primo appuntamento col notaio ....
Ho chiacchierato tutta la notte con un'amabile signora di anni sessantacinque: - Non perdo una sua recita da vent'anni sa ?, mi ha confessato orgogliosa, e me la ricordo ancora, giovanissima, ai suoi esordi con la compagnia Rossi, proprio qui al vecchio Carignano, doveva essere il milleottocentoottantacinque, ottantasei ... Una ragazzetta pallida, magra, chiusa in sè stessa come un fiore in perenne ombra, senza lasciar immaginare ciò che sarebbe diventata .... Molti dubitavano, pensavano che il Rossi avesse preso una cantonata .... Ma io me ne accorsi subito, quando la vidi, in 'Fernanda', affrontare a viso duro la cerchia dei borghesi ipocriti, o denudarsi il petto davanti al marito geloso, nella 'Principessa di Bagdad', con un gesto audace eppure di estrema dignità ....La sua stessa, muta presenza sulla scena, provocava strani frèmiti in platea, e mai riuscii a spiegarmene la ragione ...
Ecco, cara Eleonora, volevo inviarti un augurio per le tue recite, e una gentile signora l'ha fatto al mio posto ....
Non tenterò neppur io di penetrare il tuo mistero, certe cose vanno tenute segrete .... M'abbandonerò alla beatitudine offerta dalla tua voce, a una parola pronunciata in un soffio, ad un impercettible mutar d'espressione .... e mi scuserai se non verrò a salutarti dopo lo spettacolo, farei violenza a te, a me stesso, a un'illusione creata con l'anima e col sangue ....
Ci vedremo, poi, con più calma, assieme ad Enrichetta, davanti ai dolciumi che ti piacciono tanto .... l'illusione sarà svanita, e potremo chiacchierare fra comuni mortali .... Con devozione e affetto, Marco. (Nelle immagini, Eleonora Duse nella "Signora dalle Camelie" e, ritratta da Sartorio, nella "Moglie di Claudio")
martedì 12 aprile 2011
Italo Calvino "Lezioni Americane"
sabato 9 aprile 2011
A te.
le ere sconfinate della terra ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro,
un milione di volte mi sono ingrandito
fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota
perché il vuoto l'ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto.
Così ho imparato nudità e pudore,
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole,
a cucchiaini, tranne una.
Mamma.
Quella l'inventa il figlio,
sbattendo le due labbra
quella l'insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro,
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare,
a friggere le pizze,
a scrivere una lettera,
ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate.
Ti ho versato il vino ed ho macchiato la tavola.
Non ti ho messo un nipote sulle gambe,
non ti ho fatto bussare ad una prigione,
non ancora.
Da te ho imparato il lutto,
e l'ora di finirlo.
A tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato un figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari,
non il loro peso,
a te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo,
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco,
fratello del vulcano che ci orienta il sonno
ti spargerò nell'aria dopo un acquazzone,
all'ora dell'arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.
Erri de Luca.
martedì 5 aprile 2011
Maledetta primavera !
martedì 29 marzo 2011
Dedichiamo una targa a Luisa Ferida ?
martedì 22 marzo 2011
Fiabe
1) "Il malandrino la mise per forza nella carrozza: uno che stava a sedere davanti, la prese e la cacciò, per quanto lei si divincolasse e stridesse, a sedere di rimpetto a sé: un altro, mettendole un fazzoletto alla bocca, le chiuse il grido in gola."
2) "L'ancella, vigilante, gli prese la borsa e la portò alla sua padrona. Poi, di comune intesa, confidarono a quattro sgherri il giovine addormentato e lo fecero deporre fuori dalle porte, in un campo deserto."
Sono le immagini letterarie di due rapimenti: il primo è quello della Lucia manzoniana, il secondo quello di Cassandrino nei 'Tre talismani' di Guido Gozzano, ma chi direbbe che il primo si trova in un 'classico' e il secondo in una fiaba ?? Analizzate le frasi e scoprirete che non c'è nulla nell'una che non vi sia anche nell'altra: rigore, pulizia, senso del ritmo, in una parola un ottimo italiano, certo più descrittivo in Manzoni per via della struttura a romanzo, più conciso in Gozzano.
Come ogni altra lettura, anche le fiabe mal sopportano traduzioni e adattamenti, se non ad opera di scrittori e poeti con le maiuscole; in Italia disponiamo per fortuna di alcuni ottimi esempi ....
Tornerò ancora sulle fiabe poichè ho appunto terminato in questi giorni il bel volumetto della Fabbri che raccoglie le favole e le novelline gozzaniane (data 2005, io l'ho trovato alla Bussola nei remainders, penso sia l'unica via di ricerca, se v'interessa), insieme a 'Tirititùf !' di Capuana, trovato nell'edizione BUR del '73 su una bancarella, e sto cominciando le 'Lezioni americane' di Calvino, che sospetto abbia parecchi punti di contatto con questo argomento ....
Riguardo poi gli aspetti tematici di fiabe anche molto famose, desùnte dalla tradizione orale in vari paesi (a parte i significati ancestrali o freudiani) si potrebbe compilare un'enciclopedia ! Diciamo per cominciare, che sono un vero campionario di miserie, ben poco fanciullesco: violenza, morte, ricatti, inganni e tradimenti, bambini vessati o abbandonati, genitori depravati, patrigni e matrigne assai poco amabili, degni più delle pagine truculente di Carolina Invernizio che di candide vicende; e stupisce come, di tutto questo, i bambini abbiano una visione che non esiterei a definire singolare ! .... (Nell'immagine: copertina di Golia per la prima edizione de "La Principessa si sposa", Edizioni Treves, 1917)
venerdì 18 marzo 2011
Tetris in casa.
Ora: ovviamente le librerie sono al limite del crollo, pensare di metterci un'altra creatura significa far esplodere il povero mobile che piange ed urla pietà ogni volta che mi vede arrivare armata di un'altro libro. Si rilassa solo se sono a mani vuote perchè vuol dire che pietosamente ne asporto uno per qualche rilettura, altrimenti son danni.
Quindi bisogna immaginare altri posti, sperando non si sovraccarichino in troppo tempo.
Proposte di lavoro:
1 - la piattaia in cucina. Piena di barattoli di erbe e di tisane e di tè, ovviamente, oltre che di piatti decorativi e cianfrusaglie memori di un tempo lontano in cui giocavo a far la brava mogliettina, che possono tranquillamente essere archiviati dentro la stessa, impilati amichevolmente e dimenticati. Così, il primo scaffale in alto è dedicato ai libri di cucina e di dietetica, in omaggio al luogo in cui sono stati archiviati. Il secondo diventa la dimora dei gialli e degli horror, tanto per far capire che cosa leggo ed aggiungo più spesso ai miei acquisti. Il terzo scaffale, quello che ospita anche i barattoli profughi degli scaffali superiori, acquisisce la compagnia di testi letterari più nobili, classici omerici e testi di studio per vari progetti di scrittura in corso, come manuali di scrittura creativa e testi di saggistica. Almeno li ho sempre sotto gli occhi, a perpetua memoria del lavoro da fare e fatto solo in parte.
2 - le scale del soppalco ed il soppalco medesimo. Sia benedetto il giorno che decidemmo, anni fa, di fare un soppalco di proporzioni ragguardevoli ed una comoda scala per salirci. Ora oltre ai gatti ed alla sottoscritta in transito per il mondo dei sogni, ospita anche un tot di fantasy che non volevo far diventare raminghi per casa...
3 - il tavolino davanti al divano, parcheggio momentaneo dei libri in lettura e dei nuovi arrivati, ospita in pianta stabile anche i testi di esoterismo e cabala, visto che sono ormai oggetto di perpetua consultazione.
4 - il bagno. Il luogo più a rischio, per amici di carta, che rischiano di finir lavati ogni volta che mi faccio una doccia, ha finito per ospitare in pianta più o meno stabile fumetti e libri in corso di lettura, che mi seguono raminghi mentre mi aggiro per casa meditando su cosa leggere.
Ora, vivo in un bilocale con due gatti, ed alcuni posti sono disgraziatamente destinati ai due pelosoni, che trattano i libri come fossero posatoi... e quando arrivo con una nuova bracciata di libri mi guardano perplessi. Ebbene, anche con queste nuove sistemazioni, sto arrivando di nuovo alla saturazione. Tra non molto, dovrò compiere la triste scelta: venderne un tot oppure buttar fuori casa il divano, arroccarmi su una poltroncina e mettere una nuova libreria al posto del transfugo a tre posti. Mi sa che non manca tanto... e voi, quanto a convivenza con i libri come siete messi? Non per farmi i fatti vostri, ma magari qualcuno sa indicarmi altri posti dove mettere i miei...
martedì 15 marzo 2011
... Ecchè ppallee !! ...
venerdì 11 marzo 2011
Il mio turno...
Provo a scrivere questo post combattendo contro una connessione balenga che mi sta ostacolando in tutti i modi, ma non frenerà la mia frenesia creativa! Oh poffarbacco!
Sto giusto, in argomento con il titolo del blog, sorbendomi un tè al gelsomino, a casa grazie allo sciopero dei bus che mi ha impedito di andare al lavoro, regalandomi un'insperata giornata di festa infrasettimanale... e penso ai miei colleghi al lavoro in guerra contro clienti in grado di far perdere la pazienza anche al biblico Giobbe. Un esempio su tutti, che ogni operatore di call center di servizio assistenza clienti sull'orbe terraqueo conosce. Ti chiama il cliente per aver informazioni, ed invece di farlo comodamente da casa con carta e penna sotto mano per prendere magari qualche appunto, visto che spesso gli devi fornire dati precisi, lo fa dall'auto, in coda sulla tangenziale mentre torna a casa e quando gli dici "le do il numero" o qualsiasi altra indicazione da scrivere ti senti rispondere "aspetti che accosto e cerco una penna..." e perdi minuti preziosi, con il team leader che ti batte sulla spalla a mò di condor perchè stai sprecando minuti preziosi in chiamata, quando ci sono MILLEMILA clienti in coda, per aspettare che la volpe dell'autoscontro trovi un benedetto mozzicone di matita ed uno straccio di foglietto per appuntarsi quello che gli hai detto. MA PERCHÈ??
E non è che una delle mille perle da demenza di call center che potrei raccontare, ma non voglio cominciare questo blog ammorbando i nostri lettori (ma ce ne sono, a parte me ed il mio consocio?) con le lamentele dell'operatore afflitto, anche se, preparatevi, essendo entrambi vittime di questo simpatico lavoruccio da tempi moderni, di post su questo argomento finiremo probabilmente con lo scriverne più di quanto non ci piaccia ammettere al momento.
Ebbene. Per oggi ritengo possa bastare. La prossima settimana provvederò affinchè il tema del mio post sia il più ludico possibile, e non sarà difficile, vista la mia usuale demenza...
Alla prossima!martedì 8 marzo 2011
A mo' di presentazione
Ma la cosa m'incuriosisce e mi stimola: se scarsa è la dimestichezza col virtuale, molta è quella con tranci di torta e zollette di zucchero (ahi ! controllare la glicemìa ...) e "Parole in sala da thè" mi schiude panorami su un ambrato vittoriano, tanto che arriverei quasi a figurarmi, e figurarvi, come novelli Peter Conigli che al seguito di papere e anatrelle, guardino la realtà filtrata attraverso ... un colino ! Un'altra tazza milord ? Of course, is delicious !! Milk or lemon? Smooth for me, thanks! Please sir, una zolletta o due ?
Oddio, farmi prendere proprio subito per un mentecatto non mi par la maniera migliore d'iniziare; facciamo i seri ? ok : rapporti tra thè e letteratura ... e che paaalle! mi viene in mente solo la madeleine di Proust ... considerato il numero di pagine che frusciano attorno all'odore e al sapore di 'sta povera madeleine, direi che ce n'è d'avanzo !
Trauma: assistito ieri sera ad una 'lezione di lettura ad alta voce', in vista d'un possibile impegno come volontario negli ospedali; con una sessantina di altri sfigati, pigiati come sardine tra gli ori di Palazzo Graneri, coi caloriferi a palla e con la speranza d'aver qualche dritta del tipo: 'tenete alta la voce!', 'spalle dritte!', 'articolate - bene - le - parole!', 'mantenete il contatto con l'interlocutore!', siamo stati costretti ad assistere per oltre un'ora alle performanes d'una specie di Rasputin in casacca di lana (che non esiterei a definire 'uomo-pippa') in piena crisi d'egocentrismo, che dopo aver pubblicizzato certa sua capanna indiana di metri sei d'altezza per sei di diametro, e certa sua pubblicazione a base d'aforismi e, manco a dirlo, di 'haiku', pretendeva di portarci a imitare i suoi cachìnni con risultati comici per non dire penosi, tanto che alla fine la 'volontà di volontariato' è andata a farsi benedire ... Uscito di là con la ferma intenzione d'ammazzar qualcuno, valutati per le scale i pro e i contro di tale decisione, mando un pensiero affettuoso al signore incrociato fuori dal portone, che non saprà mai, tatìno, d'esser stato per alcuni secondi in pericolo di vita ... Come che sia, il problema si pone, ed io me lo pongo: lettura ? narrazione ? interpretazione ?? ai post(eri) l'ardua sentenza, alla prossima ...