giovedì 2 giugno 2011

Vladimir Lebedev
















Proseguiamo un pò coi figurinai ? ... Uhmm, penso che l'ordine alfabetico andrà un pò a farsi benedire ... Ho acquistato un bellissimo cartonato dalle "Edition MeMo" che raccoglie le anastatiche di quattro albums per bambini editi in Russia negli anni '20 ad opera di Samuel Marshak, scrittore e poeta, e Vladimir Lebedev, pittore e illustratore (gli originali, in litografia, sono ormai quasi impossibili da trovare ... e da pagare !!).
Fu una svolta nel campo dell'editoria per l'infanzia, tarpata purtroppo dall'appiattimento stalinista: i testi in rima, sono ricchi di assonanze verbali per facilitarne la comprensione, la grafica riprende le linee semplici dell'illustrazione popolare filtrate attraverso l'avanguardia, allora ancora viva; forme elementari, quadrato, cerchio, ellisse, stesure a tinte piatte, con audaci accostamenti cromatici ottenuti mediante la tecnica raffinata del pochoir ... Incredibile come negli stessi anni in Italia, si stesse tentando qualcosa di simile: guardando certe tavole di Angoletta o Pompei i raffronti sono molteplici (e comune, purtroppo, fu anche il loro destino). Ma in Russia, ciò faceva parte d'un contesto più ampio, che toccava ogni aspetto della cultura: così, l'uomo-palla che divora gelati della filastrocca di Marshak, è reso da Lebedev simile ai pupazzetti delle riviste satiriche o dei giornali murali, e il suo abbigliamento ricorda un costume per il teatro futurista o costruttivista. E', come cita giustamente l'introduzione d'un fondamentale libro di Angelo Maria Ripellino, Il trucco e l'anima: "Una prodigiosa civiltà distrutta e ormai leggendaria" ... ... che cominciamo a conoscere, in Europa, dopo quasi un secolo ! ...
(Fnac francese, in Italia non si trova, il titolo completo è "Quand la poesie jonglait avec l'image, quatre livres de Samuel Marchak et Vladimir Lebedev", euro 39; nelle immagini: illustrazione di Lebedev per "Il gelato", pupazzetti per un giornale murale della ROSTA, bozzetto di costume di Tatiana Bruni per "Il bullone" di Shostakovich)

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