martedì 19 aprile 2011

Cara Eleonora









Cara Eleonora,
Non puoi immaginare la mia gioia l'altro giorno, nel vedere i manifesti che ti annunciavano nella 'Signora dalle Camelie' e nella 'Moglie di Claudio' al Teatro Carignano. Ma non volevo disturbare Enrichetta con la richiesta di biglietti, e mi sono munito di sgabello e caffè caldo, immaginando di dover passare la notte davanti al teatro, per essere fra i primi ad accaparrarmi un posto all'apertura del botteghino ....
Aspettare l'apertura di un botteghino, di notte, in una piazza deserta, con altre cento anime, è un pò come attendere il passaggio d'una nave sulla banchina, o il treno in stazione; sensazioni note per te, immagino ....
Mi giravo continuamente a guardare il Parlamento, con la sua architettura sinuosa eppure severa, nera contro un cielo che non prometteva nulla di buono - strano, quando reciti a Torino fà sempre brutto - e il selciato lucido d'umidità ... immaginai di vederti passare su quel selciato a piccoli passi frettolosi, nelle vesti della povera Margherita al suo primo appuntamento col notaio ....
Ho chiacchierato tutta la notte con un'amabile signora di anni sessantacinque: - Non perdo una sua recita da vent'anni sa ?, mi ha confessato orgogliosa, e me la ricordo ancora, giovanissima, ai suoi esordi con la compagnia Rossi, proprio qui al vecchio Carignano, doveva essere il milleottocentoottantacinque, ottantasei ... Una ragazzetta pallida, magra, chiusa in sè stessa come un fiore in perenne ombra, senza lasciar immaginare ciò che sarebbe diventata .... Molti dubitavano, pensavano che il Rossi avesse preso una cantonata .... Ma io me ne accorsi subito, quando la vidi, in 'Fernanda', affrontare a viso duro la cerchia dei borghesi ipocriti, o denudarsi il petto davanti al marito geloso, nella 'Principessa di Bagdad', con un gesto audace eppure di estrema dignità ....La sua stessa, muta presenza sulla scena, provocava strani frèmiti in platea, e mai riuscii a spiegarmene la ragione ...
Ecco, cara Eleonora, volevo inviarti un augurio per le tue recite, e una gentile signora l'ha fatto al mio posto ....
Non tenterò neppur io di penetrare il tuo mistero, certe cose vanno tenute segrete .... M'abbandonerò alla beatitudine offerta dalla tua voce, a una parola pronunciata in un soffio, ad un impercettible mutar d'espressione .... e mi scuserai se non verrò a salutarti dopo lo spettacolo, farei violenza a te, a me stesso, a un'illusione creata con l'anima e col sangue ....
Ci vedremo, poi, con più calma, assieme ad Enrichetta, davanti ai dolciumi che ti piacciono tanto .... l'illusione sarà svanita, e potremo chiacchierare fra comuni mortali .... Con devozione e affetto, Marco. (Nelle immagini, Eleonora Duse nella "Signora dalle Camelie" e, ritratta da Sartorio, nella "Moglie di Claudio")

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