
martedì 29 marzo 2011
Dedichiamo una targa a Luisa Ferida ?

martedì 22 marzo 2011
Fiabe

1) "Il malandrino la mise per forza nella carrozza: uno che stava a sedere davanti, la prese e la cacciò, per quanto lei si divincolasse e stridesse, a sedere di rimpetto a sé: un altro, mettendole un fazzoletto alla bocca, le chiuse il grido in gola."
2) "L'ancella, vigilante, gli prese la borsa e la portò alla sua padrona. Poi, di comune intesa, confidarono a quattro sgherri il giovine addormentato e lo fecero deporre fuori dalle porte, in un campo deserto."
Sono le immagini letterarie di due rapimenti: il primo è quello della Lucia manzoniana, il secondo quello di Cassandrino nei 'Tre talismani' di Guido Gozzano, ma chi direbbe che il primo si trova in un 'classico' e il secondo in una fiaba ?? Analizzate le frasi e scoprirete che non c'è nulla nell'una che non vi sia anche nell'altra: rigore, pulizia, senso del ritmo, in una parola un ottimo italiano, certo più descrittivo in Manzoni per via della struttura a romanzo, più conciso in Gozzano.
Come ogni altra lettura, anche le fiabe mal sopportano traduzioni e adattamenti, se non ad opera di scrittori e poeti con le maiuscole; in Italia disponiamo per fortuna di alcuni ottimi esempi ....
Tornerò ancora sulle fiabe poichè ho appunto terminato in questi giorni il bel volumetto della Fabbri che raccoglie le favole e le novelline gozzaniane (data 2005, io l'ho trovato alla Bussola nei remainders, penso sia l'unica via di ricerca, se v'interessa), insieme a 'Tirititùf !' di Capuana, trovato nell'edizione BUR del '73 su una bancarella, e sto cominciando le 'Lezioni americane' di Calvino, che sospetto abbia parecchi punti di contatto con questo argomento ....
Riguardo poi gli aspetti tematici di fiabe anche molto famose, desùnte dalla tradizione orale in vari paesi (a parte i significati ancestrali o freudiani) si potrebbe compilare un'enciclopedia ! Diciamo per cominciare, che sono un vero campionario di miserie, ben poco fanciullesco: violenza, morte, ricatti, inganni e tradimenti, bambini vessati o abbandonati, genitori depravati, patrigni e matrigne assai poco amabili, degni più delle pagine truculente di Carolina Invernizio che di candide vicende; e stupisce come, di tutto questo, i bambini abbiano una visione che non esiterei a definire singolare ! .... (Nell'immagine: copertina di Golia per la prima edizione de "La Principessa si sposa", Edizioni Treves, 1917)
venerdì 18 marzo 2011
Tetris in casa.
Ora: ovviamente le librerie sono al limite del crollo, pensare di metterci un'altra creatura significa far esplodere il povero mobile che piange ed urla pietà ogni volta che mi vede arrivare armata di un'altro libro. Si rilassa solo se sono a mani vuote perchè vuol dire che pietosamente ne asporto uno per qualche rilettura, altrimenti son danni.
Quindi bisogna immaginare altri posti, sperando non si sovraccarichino in troppo tempo.
Proposte di lavoro:
1 - la piattaia in cucina. Piena di barattoli di erbe e di tisane e di tè, ovviamente, oltre che di piatti decorativi e cianfrusaglie memori di un tempo lontano in cui giocavo a far la brava mogliettina, che possono tranquillamente essere archiviati dentro la stessa, impilati amichevolmente e dimenticati. Così, il primo scaffale in alto è dedicato ai libri di cucina e di dietetica, in omaggio al luogo in cui sono stati archiviati. Il secondo diventa la dimora dei gialli e degli horror, tanto per far capire che cosa leggo ed aggiungo più spesso ai miei acquisti. Il terzo scaffale, quello che ospita anche i barattoli profughi degli scaffali superiori, acquisisce la compagnia di testi letterari più nobili, classici omerici e testi di studio per vari progetti di scrittura in corso, come manuali di scrittura creativa e testi di saggistica. Almeno li ho sempre sotto gli occhi, a perpetua memoria del lavoro da fare e fatto solo in parte.
2 - le scale del soppalco ed il soppalco medesimo. Sia benedetto il giorno che decidemmo, anni fa, di fare un soppalco di proporzioni ragguardevoli ed una comoda scala per salirci. Ora oltre ai gatti ed alla sottoscritta in transito per il mondo dei sogni, ospita anche un tot di fantasy che non volevo far diventare raminghi per casa...
3 - il tavolino davanti al divano, parcheggio momentaneo dei libri in lettura e dei nuovi arrivati, ospita in pianta stabile anche i testi di esoterismo e cabala, visto che sono ormai oggetto di perpetua consultazione.
4 - il bagno. Il luogo più a rischio, per amici di carta, che rischiano di finir lavati ogni volta che mi faccio una doccia, ha finito per ospitare in pianta più o meno stabile fumetti e libri in corso di lettura, che mi seguono raminghi mentre mi aggiro per casa meditando su cosa leggere.
Ora, vivo in un bilocale con due gatti, ed alcuni posti sono disgraziatamente destinati ai due pelosoni, che trattano i libri come fossero posatoi... e quando arrivo con una nuova bracciata di libri mi guardano perplessi. Ebbene, anche con queste nuove sistemazioni, sto arrivando di nuovo alla saturazione. Tra non molto, dovrò compiere la triste scelta: venderne un tot oppure buttar fuori casa il divano, arroccarmi su una poltroncina e mettere una nuova libreria al posto del transfugo a tre posti. Mi sa che non manca tanto... e voi, quanto a convivenza con i libri come siete messi? Non per farmi i fatti vostri, ma magari qualcuno sa indicarmi altri posti dove mettere i miei...
martedì 15 marzo 2011
... Ecchè ppallee !! ...
venerdì 11 marzo 2011
Il mio turno...
Provo a scrivere questo post combattendo contro una connessione balenga che mi sta ostacolando in tutti i modi, ma non frenerà la mia frenesia creativa! Oh poffarbacco!
Sto giusto, in argomento con il titolo del blog, sorbendomi un tè al gelsomino, a casa grazie allo sciopero dei bus che mi ha impedito di andare al lavoro, regalandomi un'insperata giornata di festa infrasettimanale... e penso ai miei colleghi al lavoro in guerra contro clienti in grado di far perdere la pazienza anche al biblico Giobbe. Un esempio su tutti, che ogni operatore di call center di servizio assistenza clienti sull'orbe terraqueo conosce. Ti chiama il cliente per aver informazioni, ed invece di farlo comodamente da casa con carta e penna sotto mano per prendere magari qualche appunto, visto che spesso gli devi fornire dati precisi, lo fa dall'auto, in coda sulla tangenziale mentre torna a casa e quando gli dici "le do il numero" o qualsiasi altra indicazione da scrivere ti senti rispondere "aspetti che accosto e cerco una penna..." e perdi minuti preziosi, con il team leader che ti batte sulla spalla a mò di condor perchè stai sprecando minuti preziosi in chiamata, quando ci sono MILLEMILA clienti in coda, per aspettare che la volpe dell'autoscontro trovi un benedetto mozzicone di matita ed uno straccio di foglietto per appuntarsi quello che gli hai detto. MA PERCHÈ??
E non è che una delle mille perle da demenza di call center che potrei raccontare, ma non voglio cominciare questo blog ammorbando i nostri lettori (ma ce ne sono, a parte me ed il mio consocio?) con le lamentele dell'operatore afflitto, anche se, preparatevi, essendo entrambi vittime di questo simpatico lavoruccio da tempi moderni, di post su questo argomento finiremo probabilmente con lo scriverne più di quanto non ci piaccia ammettere al momento.
Ebbene. Per oggi ritengo possa bastare. La prossima settimana provvederò affinchè il tema del mio post sia il più ludico possibile, e non sarà difficile, vista la mia usuale demenza...
Alla prossima!martedì 8 marzo 2011
A mo' di presentazione
Ma la cosa m'incuriosisce e mi stimola: se scarsa è la dimestichezza col virtuale, molta è quella con tranci di torta e zollette di zucchero (ahi ! controllare la glicemìa ...) e "Parole in sala da thè" mi schiude panorami su un ambrato vittoriano, tanto che arriverei quasi a figurarmi, e figurarvi, come novelli Peter Conigli che al seguito di papere e anatrelle, guardino la realtà filtrata attraverso ... un colino ! Un'altra tazza milord ? Of course, is delicious !! Milk or lemon? Smooth for me, thanks! Please sir, una zolletta o due ?
Oddio, farmi prendere proprio subito per un mentecatto non mi par la maniera migliore d'iniziare; facciamo i seri ? ok : rapporti tra thè e letteratura ... e che paaalle! mi viene in mente solo la madeleine di Proust ... considerato il numero di pagine che frusciano attorno all'odore e al sapore di 'sta povera madeleine, direi che ce n'è d'avanzo !
Trauma: assistito ieri sera ad una 'lezione di lettura ad alta voce', in vista d'un possibile impegno come volontario negli ospedali; con una sessantina di altri sfigati, pigiati come sardine tra gli ori di Palazzo Graneri, coi caloriferi a palla e con la speranza d'aver qualche dritta del tipo: 'tenete alta la voce!', 'spalle dritte!', 'articolate - bene - le - parole!', 'mantenete il contatto con l'interlocutore!', siamo stati costretti ad assistere per oltre un'ora alle performanes d'una specie di Rasputin in casacca di lana (che non esiterei a definire 'uomo-pippa') in piena crisi d'egocentrismo, che dopo aver pubblicizzato certa sua capanna indiana di metri sei d'altezza per sei di diametro, e certa sua pubblicazione a base d'aforismi e, manco a dirlo, di 'haiku', pretendeva di portarci a imitare i suoi cachìnni con risultati comici per non dire penosi, tanto che alla fine la 'volontà di volontariato' è andata a farsi benedire ... Uscito di là con la ferma intenzione d'ammazzar qualcuno, valutati per le scale i pro e i contro di tale decisione, mando un pensiero affettuoso al signore incrociato fuori dal portone, che non saprà mai, tatìno, d'esser stato per alcuni secondi in pericolo di vita ... Come che sia, il problema si pone, ed io me lo pongo: lettura ? narrazione ? interpretazione ?? ai post(eri) l'ardua sentenza, alla prossima ...